In diretta dal 19th EAHP - 28 marzo 2014
Considerata la mole di articoli scientifici, cambiamenti normativi e sollecitazioni informative ai quali i professionisti sanitari devono quotidianamente far fronte, l'idea che mantenersi aggiornati su tutti gli aspetti clinici e organizzativi importanti per la propria attività sia un'impresa impossibile diventa una disarmante realtà pratica. Non soltanto perché i tempi richiesti per assecondare il sovraccarico di segnalazioni vanno ben al di là delle 24 ore giornaliere, ma anche perché l'eccesso di input, anziché facilitare il processo decisionale, lo complica, caricandolo di variabili e aumentando la sensazione di essere inadeguati ad affrontarlo. Ma serve davvero conoscere tutto in tempo reale per poter effettuare scelte operative appropriate e costo-efficienti, assicurando i massimi standard terapeutici con il minimo costo per la struttura di riferimento e il sistema sanitario? Che cosa è realmente essenziale sapere e monitorare e qual è il grado di conoscenza funzionale all'attività del farmacista ospedaliero ragionevolmente ottenibile?
«Il paradosso è evidente», ha affermato Graham Walton del Centre for Information Management della Loughborough University (Regno Unito) in occasione del 19° Congresso della European Association of Hospital Pharmacists "The innovative hospital pharmacist - imagination, skills and organisation" (26-28 marzo - Barcellona, Spagna). «Più informazioni si hanno a disposizione e più nei professionisti sanitari cresce la sensazione di non avere un quadro sufficientemente chiaro e dettagliato delle questioni di cui si devono occupare. L'eccesso di dettagli e sfaccettature crea incertezza e rischia di mettere in crisi al momento della scelta, determinando uno scoraggiamento che rischia di influenzare negativamente l'analisi dei problemi e l'individuazione della migliore soluzione. La sensazione di inadeguatezza è estremizzata dalla precisa raccomandazione di operare sulla base delle evidenze. Ma quali evidenze meritano davvero di essere considerate? Le continue distrazioni informative e comunicative (e-mail, social media, App ecc.), inoltre, impediscono di focalizzarsi sulla risoluzione dei problemi contingenti e di progettare, riducendo le performance lavorative e la possibilità di innovare. Un carico informativo aggiuntivo viene anche dai pazienti che, sempre più spesso, arrivano in ospedale con il bagaglio di conoscenze o pseudo-conoscenze raccolte sul web, da amici e parenti o in occasione di visite mediche precedenti, che vanno a mischiarsi e confondere i dati essenziali relativi alla storia clinica di reale interesse. Per assicurare standard ottimali di attività del farmacista ospedaliero e, più in generale, dei professionisti sanitari, è urgente individuare strategie capaci di selezionare e organizzare il flusso informativo, focalizzando sugli aspetti prioritari ed eliminando le ridondanze, e di farlo in modo rapido. L'informazione che deve arrivare all'utilizzatore deve essere tempestiva, valida, affidabile, essenziale e operativamente utile. Non esistono soluzioni semplici e valide per tutti i professionisti sanitari per raggiungere questo obiettivo, ma è stata individuata una serie di strategie che ciascuno può adattare alla propria situazione e al contesto in cui è inserito. Per esempio, per ridurre l'overload informativo in ambito sanitario può essere utile selezionare soltanto le fonti informative migliori (riviste scientifiche e newsletter rilevanti per la propria attività), stabilire priorità tra i temi e le notizie di interesse, avvalersi di software che permettono di facilitare l'integrazione dei dati clinici e le conseguenti scelte operative, evitare le ridondanze informative eliminando i canali con caratteristiche sovrapponibili (newsletter, Rss Feed, alert, e-mail da una stessa fonte o da fonti simili), imparare a gestire la posta elettronica e a organizzarla per filtrare soltanto i messaggi rilevanti e archiviarli automaticamente, limitare l'uso degli allegati e inviare messaggi chiari con un contenuto ben definito e non interrogativo, contenere l'uso dei social network e sfruttarli per interagire in modo produttivo».